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UN GRIDO, PAESAGGI

Immaginare l’atto poetico come il risultato di una partitura spaziale, un paesaggio di segni, il luogo come fosse un testo, una relazione di forze, la voce come corpo, un corpo attraversato che attraversa, la parola una ferita infetta, che rimargina e riapre -dal bianco e continuamente- tracciare infinite cicatrici.  

Nessuna traccia del tempo: una “zona rossa” il passato, da sfondare da presidiare,  il presente il contagiato, che al suo interno sopravvive -il corpo negato, ricontamina il passato-  un modo oltrechè un moto, incessante della Storia -la memoria della crisi, la crisi della memoria-  un abisso di parola in cui cadere, lenti, un vuoto di presenza -questo infinito tenere- di mani con mani, gli occhi rivolti al cielo, un cielo interno agli occhi, in attesa sempre di qualcosa, di qualcuno.

<< Non c’ è che questo andarsene, da dire >>, recita un verso del poeta Giuliano Mesa, alla cui opera è dedicato il TerraeMotus, verso che racchiude una vera e propria dichiarazione di poetica, matrice-motrice, legante di tutte le stanze dell’installazione; un lavoro scaturito da una analisi politica e antropologica dello scenario post-sismico de L’Aquila, un processo di ri-contaminazione, uno stato permanente di crisi, da sostanziare e ritualizzare, un processo di riscrittura e ripensamento continuo  -le parole sono la miseria della memoria- che si nutre di fallimenti e riproposizioni,  piccoli sommovimenti per la ricomposizione, la ritessitura, perlomeno, di un segmento di storia e di immaginario; tentativo estremo e senza fine di tracciare un nesso col mondo della realtà superstite, della memoria estromessa, di ricucire la frattura, lo iato tra rimozione e rigenerazione,  tra scrittura e Storia, la faglia emersa della gola.

Divenire, un tramite tremante, voce trapassata, che trapassa, un dialogo mancante: che sia la voce di chi cerca la voce di chi è cercato?

Lo spazio installatativo immaginato come un paesaggio/passaggio di oscillazioni e scarti semantici, faglie di suono, luogo di rimemorazione che sedimenta_si dimentica, alla continua ricerca di uno sguardo tattile, riverberato: un universo ctonio popolato di corpi disabitati, bocche-paesaggio, voragini del dire, cartografie inesatte di un abbandono annunciato ; una macchina sciamanica trascrive incessantemente la traccia del remoto, della terra il moto, edifici crollati che crollano, ipocentri devastati dal di dentro, le faglie si aprono tra muri e memorie, le voci in quelle crepe, urla vecchie di giorni: allegoria dell’odierno luogo “comune”, il nostro tempo, che non da scampo, e come un forcipe attrae_sottrae vita, verità e vita.

 

Our installation, composed of poetry, visuals, sound art and live performance, was born of a political and anthropoligical analysis of the post-earthquake scenario in L’Aquila.  As an allegory of our contemporary times the post-earthquake scenario is a permanent state of crisis that needs to be substantiated and ritualized through small stirrings, the re-composition of displaced narratives and the re-weaving, of at least, a segment of the collective imagination.

Therefore our  installation space is a site for building memory,  a layering of forgotten sediment : the mapping of voices trapped in the ruins are represented visually  as fossilised mouths ; there is a telephone that without ringing invites the audience to be subjected to those same voices that shattered the boundaries between the searching and the searched; the imposed dispersion of the community is put in scene performativity by a chthonic sacred feminine who, trying to sew the threads of memory together in her hands, through a dance of thread and needle ends up binding them together (Kate Samuels);  seismographic cardiograms are transcribed by a shamanic machine recording infinitely the tremor of the earth (Fabio Orecchini), as do those of dying bodies.

LANDSCAPES I A SCREAM

TERRAEMOTUS

TERRAEMOTUS 

Installazione_Performance

I

ideazione e cura Fabio Orecchini

 

Sismografie   

pennino a inchiostro su rullo di carta ikea  FABIO ORECCHINI

voce  GIULIANO MESA (registrazione-marzo 2008) 

Filografie  

performance "Ananke"  KATE LOUISE SAMUELS 

video "Ananke_Aracne"  JACOPO MARIO GANDOLFI

Spettrografie

cut-up video  FABIO ORECCHINI

montaggio   MARKO VITALE

flauto bansuri  CLAUDIO MADAUDO [ PANE]

Radiografie

disegni (pennino digitale su Kindle) e testo  FABIO ORECCHINI

suoni e voce  PANE (libera interpretazione da "Per Os", testo di FABIO ORECCHINI (Sigismundus, 2016)

installazione e montaggio video   KOREMAN

Cartografie

disegni  FABIO ORECCHINI

installazione / registrazioni telefoniche (fonte: youtube)  FABIO  ORECCHINI 

a project by  Fabio Orecchini

 

 

Seismograph

ink on  "Ikea" paper roll   FABIO ORECCHINI

voice  GIULIANO MESA (recorded  on march 2008)

Philography   

performance "Ananke"   KATE LOUISE SAMUELS 

video "Ananke_Arakne"  JACOPO MARIO GANDOLFI

Spectrography

cut-up video   FABIO ORECCHINI

video editing   MARKO VITALE

"bansuri" flute   CLAUDIO MADAUDO [ PANE]

X-Ray

drawings (digital pencil on Kindle)  FABIO ORECCHINI

sounds and voice  PANE performance from "Per Os", text by FABIO

ORECCHINI (Sigismundus, 2016)

video installation and  editing   KOREMAN

Cartography

drawings   FABIO ORECCHINI

installation / phone calls  (source: youtube)/editing   FABIO ORECCHINI 

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foto di Patrizia Chiatti, Amilcare Caselli, Enea Roversi 

NOTE

*ENTRY PAGE - Il cut-up video è tratto dall'episodio "La campana" del film  "Andrej Rublëv"  (1966) di Andrej Tarkovskij. La voce di Claudio Orlandi (Pane) e la chitarra di Vito Andrea Arcomano in performance dal libro "Per Os" di Fabio Orecchini (Sigismundus, 2016). 

*PIANO DI ROTTURA -  il disegno è una libera interpretazione de Il "rivelatore di terremoti", o "sismometro", ideato dall'astronomo cinese Chang Heng nell'anno 132.

*SISMOGRAFIE - Le sismografie sono state realizzate dall'autore durante le performance live che accompagnano l'installazione. Sono trascrizioni continue, che avvengono in disgrafia autoindotta, su rulli di carta, di alcuni versi scelti da "Poesie 1973-2008" (Ed. La Camera Verde) di Giuliano Mesa. Sempre di Mesa la voce che accompagna lo scorrere del "sismografo", una registrazione effettuata da Fabio Orecchini presso la casa di Giuliano nel marzo del 2008, in previsione della realizzazione della video-premessa alla lettura integrale del "Tiresia", opera di Mesa, in co-produzione con il Festival PoesiaPresente di Monza e Brianza (video visibile qui).

*SPETTROGRAFIE - L'opera è stata realizzata estrapolando video di telecamere di sicurezza attive durante il terremoto in un supermercato de L'Aquila. Le sovraimpressioni video degli "spettri in fuga" sono sempre tratte da telecamere di sicurezza ma riguardano la fuga del presidente di Haiti durante il crollo del palazzo presidenziale per  il  terremoto del 2010. L'audio è  una composizione originale del flautista Claudio Madaudo nata  come variazione da un brano della tradizione Shakuhachi giapponese, performata dal vivo con il bansuri.

*CARTOGRAFIE - Le registrazioni telefoniche, riguardanti il terremoto de L'Aquila, sono state trovate su Youtube. Nell'installazione l'ascolto avviene attraverso un telefono nero, molto vecchio,  per cui, alzando la cornetta, si possono ascoltare le suddette registrazioni.

NOTES

* ENTRY PAGE - The cut-up video is taken from the episode "The bell" of the film "Andrei Rublev" (1966) by Andrei Tarkovsky. Claudio Orlandi (Pane), voice and Vito Andrea Arcomano, guitar, performance/reading from "Per Os", Fabio Orecchini's poem, Sigismundus Publisher(2016).

*BREAKING LEVEL - the drawing is a free interpretation of the "detector of earthquakes", or "seismometer", designed Chinese astronomer Chang Heng in the year 132.

*SEISMOGRAPH - The seismographs were made by the author during live performances that accompany the installation. Are continuous transcripts, which occur in dysgraphia self-induced, on IKEA paper rolls, some selected verses from "Poems 1973-2008" (Ed. La Camera Verde) Giuliano Mesa. Mesa always the voice that accompanies the passing of "seismograph", a recording made by Fabio Orecchini at the home of Giuliano in March 2008, in anticipation of the realization of the video-premise full reading of "Tiresia", the work of Mesa, in co-production with the Festival PoesiaPresente.

*SPECTROGRAPHS - The work was created by extracting the active video security cameras in a supermarket during the earthquake in L'Aquila. The overlays video of "ghosts fleeing" are always taken from security cameras but relate to the escape of the President of Haiti during the collapse of the presidential palace to the 2010 earthquake.

*CARTOGRAPHY - Phone records, relating to the earthquake in L'Aquila, were found on Youtube.

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